buzzoole code A Paul's Life: novembre 2006

lunedì 20 novembre 2006

Citatiòn

"I cattolici si fanno dire come fare sesso e crescere i figli,
da chi non fa sesso e non ha figli."

Ermes Palinsesto, Cordialmente, 20/11/2006

domenica 19 novembre 2006

Bulimia Esistenziale

"L'adolescenza è un'età di tentativi, non tutti congrui, non tutti fortunati. Questo lo sappiamo da sempre, almeno da quando gli adolescenti eravamo noi, inquieti e muti, pericolosi e in pericolo. Non tutti "bulli", non tutti a rischio, però diffidenti del buon senso dei grandi, questo sì. E avidi di esperienze, questo pure, con i sentimenti tesi a tutto tranne che alle raccomandazioni dei genitori.
Se però oggi i frequenti (e non nuovi) derangiamenti dei ragazzini sembrano destare un'angoscia speciale, e il cosiddetto bullismo figura sui giornali come un fenomeno quasi epidemico, forse è perchè qualcosa è cambiato, radicalmente cambiato, non tanto nelle piccole e mutevoli società dei minori, assembramenti occasionali e veloci, quanto nella grande e strutturata società degli adulti.
Che cosa è cambiato? Per dirla bruscamente, è saltato il meccanismo che regola il rapporto tra i diritti e i doveri. O meglio ancora, tra i desideri e il loro limite [...]. La moltiplicazione dei desideri, del nostro mondo, è contagiosa, esponenziale e strutturalmente vitale per la moltiplicazione dei consumi.
Ognuno di noi, sperimenta su se stesso e ancora più sui figli, se ne ha, l'enorme difficoltà di introdurre, in questo meccanismo rotto, un calmiere, un contrappeso etico. Se l'aggressività dei minori ci spaventa più di quanto è fisiologico, questo dipende, io credo, dal fatto che la paura si manifesta per causa loro, ma non è paura di loro: è la paura - profondissima - di avere perduto in parte gli strumenti per affrontarla. È la paura di avere reso inarticolato il linguaggio dei meriti e dei demeriti, dei doveri e dei limiti, in un paesaggio sociale che letteralmente esplode di stimoli a desiderare e a possedere. In fretta. Adesso. Subito.
Per questo oscilliamo, incerti e preoccupati, tra rigurgiti punitivi che sentiamo necessari, e il dubbio che la puniione, anche se giusta, sia la goffa e occasionale ricucitura di uno sbrego così enorme, così irreparabile, che nel frattempo la diga è già crollata. Mentre la città scintilla di vetrine esorbitanti, eros a portata di mano, identità e modelli aggressivi e "di successo", e il mondo intero pare un infinito reticolo di scorciatoie identitarie, fisionomie virtuali, di trucchi per sembrare qualcuno a buon mercato, noi balbettiamo spesso, e con scarsa convinzione, le regole della rettitudine. Con il terrore (tipicamente d'epoca) di sembrare moralisti, per l'evidente, clamoroso scarto tra l'invito a contenersi e un mondo esterno (spesso anche familiare) che si è dato parametri di incontenibilità e incontestabilità: avere di più, sembrare di più, desiderare di più.
È quasi ovvio che questa vera e propria bulimia esistenziale, che già molti adulti riescono a governare con difficoltà, produca effetti incontrollabili nei ragazzini, la cui natura anagrafica è già di per sè portata ad avere fretta di crescere e fretta di essere. E in questo, almeno in questo, le nostre adolescenze furono diverse: l'idea che ci fosse, per crescere, un tempo fisiologico, maledettamente lungo ma insormontabile, da percorrere tutto intero, era per noi molto chiara. La politica, per la mia generazione, fu sì un potente acceleratore formativo (come la guerra per i nostri padri, assai meno fortunati), ma era comunque intesa come un percorso, come un divenire. Ora per i ragazzi l'ansia di crescere, di diventare grandi e forti, potenti e ammirevoli, è diventata un'illusione quotidiana, la tentazione di ogni minuto, a portata di pubblicità, di pantaloni firmati, di chat, di rete che diventa (vedi il caso di Tonino
[il ragazzo down malmenato in un video diffuso su internet, NdP)) un facile battesimo per ogni genere di "successo".
Questa distruzione del tempo, il lungo tempo che lentamente plasma e le persone e riempie le loro vite, è la voragine dentro la quale abbiamo vedere scomparire i più fragili tra i nostri figli. Non riusciamo più a spiegare loro la gradualità del "successo" (che piace a tutti, a noi per primi: ma per definirlo, per capirlo, serve anche capire la fatica che costa), la gioia oscura dell'attesa, la differenza tra il facile che è l'ovvio, e il difficile che è il suo contrario. Vacilliamo nel ruolo di autorevoli indecisi, di amichevoli inermi, che ci siamo dati anche nel timore di ripetere modelli barbogi e ottusi di tante vecchie famiglie, che credevano di esaurire nel divieto e nella durezza il compito faticosissimo dell'amore. Pure, qualcosa di differente dovremmo provare a dire, a fare.
Tirarli per le bretelle, magari, i nostri pidocchi, e dirgli "aspetta, prova ad aspettare". Impara ad aspettare. Fai fatica ad aspettare. Tutto o quasi arriva prima o poi, se hai la forza di aspettarlo. Non c'è crimine, adulto o ragazzino, dei nostri giorni, che non abbia per fondamentale movente la tentazione orribile, falsa, del "tutto e subito". Era lo slogan dei rivoluzionari che fummo. È diventata la legge del Paese dei Balocchi. L'unico modo per tornare a essere rivoluzionari è violarla: non tutto, non subito."

Michele Serra, La Repubblica del 19/11/2006

venerdì 10 novembre 2006

Rise of the Empire

Finalmente posso dirlo. Finalmente, posso svelare il segreto di famiglia.

È iniziata, amici. È iniziata e non si può arrestare.
I D'Alessandro erediteranno la Terra.
Nel lontano 1899, i Grandi Capi della Famiglia D'Alessandro firmarono il Protocollo di D'Alessandro, che per decenni è stato confuso con i Protocolli dei Savi di Sion. I Savi di Sion erano i D'Alessandro. Poverini, i Savi non c'entravano nulla, erano i D'Alessandro a pianificare minuziosamente le mosse che, entro la fine di questo decennio, li porteranno ad assumere il potere in ogni Nazione del Potere (vi ricordo, in Cina si sta muovendo il lontano cugino Kwon Dal Sandr), unificando gli Stati nella Uber-Nazione di D'Alessland e portando pace e prosperità al pianeta tutto.
Ecco, il primo passo della Seconda Fase è fatto. Nancy D'Alessandro Pelosi è appena diventata la Speaker del Congresso degli Stati Uniti d'America, la prima donna nella storia.
Posso rivelarvi, che tra cinque mesi esatti, El General Ernesto D'Alessandro metterà sotto assiedio Buenos Aires, prendendo così controllo dell'Argentina. E che in Nuova Zelanda si è appena candidato alla presidenza Leonard J. O'Alexander. In Italia, Domenicaniello D'Alessandro, deputato dell'UDEUR, è già stato matematicamente designato successore di Prodi.

Abbandonate i vostri sogni di potere.
Il mondo è nostro.

lunedì 6 novembre 2006

Ora voglio i soldi indietro, tutti

Quella che segue è una lettera aperta indirizzata a Terry Brooks, autore fantasy del cazzo, diciamocelo, che, alla fine della sua saga millenaria di Shannara, è riuscito a farmi sbroccare.

"Caro Terry Brooks di sta cippa di cazzo,
ammetto in primo luogo di essere un coglione, un grosso grasso coglione. Come ho potuto farmi prendere in giro per anni, sperando che la fottutissima saga che hai creato, povero pirla, migliorasse in qualche maniera? E ringrazia Dio che ho cominciato a leggerti dal Secondo Libro, da quel bel libro che è "Le Pietre Magiche di Shannara". Se avessi cominciato dal primo, raggelante "La Spada di Shannara" (che poi, per mia sfortuna, ho letto), avrei capito l'andazzo dal subito e avrei lasciato perdere. Ma no. Non mi basta che la suddetta Spada sia una fottutamente spudorata copia del Signore degli Anelli. E ripeto, FOTTUTAMENTE-SPUDORATA-COPIA. Io sono un coglione masochista, e ho scelto di andare avanti. Applausi per Paolo.
Ieri ho finito di leggere l'ultimo, deprimente libro della saga di Shannara, in ordine cronologico (c'è una Saga-Prequel, anzi, due Saghe Prequel, visto che il nostro si è ben curato dall'avvertirci che la saga del Verbo e del Vuoto è in continuity prima di creare questa puttanata dei "Figli dell'Armageddon", cominciata quest'anno), "La Regina degli Straken".
E mi sono addormentato con i sensi di colpa. Non può essere colpa sua, dai, sono io che sono troppo esigente. Dai, è impossibile che un libro sia tanto brutto. Anzi, è impossibile che sei libri siano tanto brutti. E pensare che mi ero persino rassegnato all'idea: sto pirla scrive malissimo, piatto e scontato come pochi al mondo. Persino la più fottutamente piatta pagina di Moccia ha più stile di una fottutamente piatta pagina di Brooks. Ma io ho una gran fede nelle storie. Io ho una gran fede nella narrazione. Ho pensato: magari è capace di piantarmi una gran bella storia. E diciamo che qualche volta ci è pure riuscito: dopo la triste partenza della Spada, i due libri seguenti della 'trilogia', 'Le Pietre Magiche [...]' e 'La Canzone [...], e in particolar modo il primo, erano molto godibili. Begli spunti, personaggi abbozzati come sempre, ma quanto meno si passava qualche giorno in allegra compagnia.
Poi venne la cosìddetta saga dell'Eredità di Shannara, quattro volumi di cui due perfettamente inutili. Il Brooks ha capito che il contratto con la Del Rey, che evidentemente prevede l'uscita di un libro l'anno, valeva anche in caso di libri-fuffa. Tanto ormai il pubblico boccalone (e qui mi ci metto anch'io), c'è e compra volentieri. Chissenefrega, il libro fa cagare, diamo la merda in pasto ai cani, ed ecco pronti DUE libri di allungamento di brodo, perfettamente 'fondibili' in un solo, agile e magari anche interessante volume (Brooks è stato uno di quelli che è riuscito a infrangere una delle leggi fisiche delle saghe di fantasia - nell'episodio centrale, la trama s'infittisce ed è più interessante: l'episodio centrale, nelle trilogie di Brooks, è sempre quello che fa più cagare).
Però almeno qualche idea c'era, caro Terry. Qualche idea c'era, e a tratti sviluppata anche bene.
Passano gli anni, Terry si mette in marcia su altre saghe, come Landover, che non mi sono neanche azzardato a sfiorare. Piccola incursione su Shannara, 'Il Primo Re', prequel alla Spada. E Dio Santo, che merda. Penso che lì Terry sia riuscito a toccare il fondo e poi grattarlo vigorosamente per un po' senza neanche accorgersene. Magari pensava di fare ritocchi alla Cappella Sistina. Invece, però, ci ha dato le prime avvisaglie di senilità: NEANCHE UNA FOTTUTA IDEA, e le idee vecchie che c'erano messe giù male. Il Primo Re di Shannara ha il tasso di utilità di un pezzo di carta igienica infilato nella crepa di una diga, visto che è TUTTO FOTTUTAMENTE PRESENTE NELLA 'SPADA'. In sostanza, il Primo Re di Shannara è un grosso chissenefrega, ma di pessima fattura.
Il Terry si è preso qualche anno. Ha detto: 'Oops, evvedicheforsehofattolacacata'. Quattro anni dopo il Primo Re, ecco la nuova Saga 'Il Viaggio della Jerle Shannara', seguita dal 'Druido Supremo di Shannara'. Un'esalogia, insomma.
Vi stupisco, amici: NAVI VOLANTI. Ooooh. Sti poveri cristi non avevano neanche l'acqua corrente in casa. Ma ora hanno le NAVI VOLANTI. Quantomeno, cambia leggermente l'ambientazione. Non cambiano le caratterizzazioni, tanto che viene il sospetto che il nostro abbia 3 personaggi e li faccia girare in continuazione cambiando solo i nomi. Ma girare in continuazione non significa da una saga all'altra, significa da un capitolo all'altro. Risultato, tre libri mediocri per rilanciare il franchise.
Ok, si dice il nostro, altri 3, così chiudo il cerchio su questo fantastico personaggio di nome Grianne Ohmsford, che ha l'attrattiva di quel famoso pezzo di carta igienica infilato nella crepa della diga. La cosa spettacolare, è che Terry è riuscito a fare una trilogia con il chiaro intento di vivere di rendita, facendo un best of dei libri precedenti. È tanto palese da essere quasi strano che al posto di "Druido Supremo di Shannara" non ci sia scritto "Antologia di Shannara". Tra l'altro, in 3 libri, è riuscito a chiudere il cerchio sul personaggio in 4 pagine alla fine dell'ultimo libro. E in una maniera terribile.
Ok, ma la cosa ancora più geniale (e Terry ti ringrazio), è che ha fatto un best of con le parti peggiori. Un worst of, in definitiva. Cioè, il nostro, oltre alla consueta serie di menate sulla crescita del personaggio, sulla maturazione improvvisa, ma ormai sempre più prevedibile, dei suoi poteri, agli intrighi politici di seconda scelta (Terry, guardati, che ne so, Battlestar Galactica, impara qualcosa), ci ha preso gusto a unire una sorta di genere d'avventura anni 50, a tematiche fantasy, anzi a tematiche che poco sono riuscite a emanciparsi dal modello tolkeniano, a un rinnovato gusto per la tarantinata, direi, per l'atto di violenza efferato e gratuito. Ma Brooks non si rende conto che a) lo fa male b) il primo termine non può essere sommato al terzo. O fai una storia dal gusto retrò, o ci infili la violenza gratuita anni 90. Terry, non confondiamoci: non segui le convenzioni di genere, tu ti fai sottomettere dai clichè, e riesci a farlo pure quando vuoi dimostrati capace di rinnovarti.
Non considerando che condensa tutta la storia negli ultimi 5 capitoli, lasciandoci al deserto della sua scrittura tediosa e piatta per quattro quinti di romanzo, risolve tutti gli snodi irrisolti in una sola affrettata botta, e ci aggiunge questo vizio che ormai sa di svogliatezza più che di coincidenza di risolvere tutte le sottotrame portanti con un'unica, poderosa stronzata. E non puoi neanche pretendere, caro mio, che i tuoi dialoghi siano avvicincenti o particolarmente innovativi e spiritosi. È pattume, caro mio. Io capisco che i dialoghi siano dannatamente difficili da scrivere, ma cazzo, farebbe di meglio uno sceneggiatore di RIS, rendiamocene conto. Amico, questi dialoghi ammiccanti fino al colesterolo, intensi come una scoreggia e della consistenza della carta igienica infilata nella crepa della diga hanno rotto i coglioni.
Terry, davvero, sii umile, ritirati. Ci hai praticamente preso in giro per 6 libri. Hai dei guizzi, dei lampi casuali, ma non tanto forti e duraturi da farci questi libri, figuriamoci degli altri.
Ora non so se leggerò mai la nuova saga Prequel. Di indole, sono buono e vorrei sempre darti una possibilità di redenzione. Però non te la meriti.
Anzi, ora voglio i soldi indietro, e tutti, per favore.

Freak out,
Paolo.

mercoledì 1 novembre 2006

Life During Wartime

(da Cuore, 11 febbraio 1991)

Grazie al buon cuore di un genio, torna (solo sottoforma di scannerizzazioni, ahimè) Cuore (scusate il pasticcio volontario), testata super-satirica che ricordo vagamente dalla mia infanzia di fratello di un lettore morboso dell'Unità, della quale il suddetto era allegato.
http://www.unamanolavalaltra.it/home/Cuore.htm