buzzoole code A Paul's Life: maggio 2008

sabato 31 maggio 2008

Marchettone: Italian Spider-Man

Vorrei dire qualcosa, ma davvero mi mancano le parole...
L'ho visto e mi sono commosso per la genialità dell'operazione. Non è semplice parodia in stile Tarantino, non è solo un omaggio. È stupendo. Ed è pure filologicamente corretto.
Insomma, godetene, voi che non l'avete ancora fatto.










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lunedì 26 maggio 2008

Non sono gli anni, sono i chilometri...


Dopo 19 anni, il Professor Jones è tornato. 19 anni di voci, di mezze conferme, di Spielberg e Ford che rigettano soggetti di Lucas intitolati "Indiana Jones e i Dischi Volanti da Marte", di Harrison Ford che, pur invecchiando, si sposa figliole di venticinque anni meno di lui (e fa film un po' così).
Il sogno dei fan dell'Archeologo ha cominciato a concretizzarsi nel 2005, quando tutto sembrava pronto: due riscritture della sceneggiatura dopo, nel giugno 2007 cominciano le riprese dell'attesissimo Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo. Titolo quasi wertmulleriano, ma considerate che le alternative (inclusi i titoli falsi) erano:
  • Indiana Jones e i Quattro Angoli della Terra
  • Indiana Jones e la Ricerca dell'Alleanza
  • Indiana Jones e la Città d'Oro Perduta
  • Indiana Jones e la Città degli Dei
  • Indiana Jones e il Distruttore di Mondi
Insomma, il migliore dei titoli possibili.
Ma veniamo al sodo.

In breve, stavolta il Dottor Jones deve rispolverare le sue conoscenze sulla civiltà Inca, perché il suo viaggio lo porterà dritto dritto sul Rio delle Amazzoni per salvare il vecchio amico Oxley, che ha recuperato un preziosissimo teschio di cristallo dalle proprietà sovrannaturali, prima di essere rapito dal KGB. Affiancato dal giovane Mutt Williams,il Dottor Jones riuscirà a scoprire lo straordinario segreto dell'oggetto, ma non prima di aver chiuso i conti con una nostra vecchia conoscenza... Marion Ravenwood!
Il film è una degnissima continuazione della saga di Spielberg-Lucas, non c'è che dire: gli ingredienti ci sono tutti. Ironia, azione e mitologia a bizzeffe, Indy/Ford non si mentisce, le dinamiche fra i personaggi funzionano alla grande, Williams condisce il tutto con la consueta maestria sinfonica: c'è tutto. Ci si ricongiunge ai vecchi amici di una volta, e si conosce qualche nuovo membro della famiglia, insomma.
Il film, in sè, sconta purtroppo un bruschissimo rallentamento nella sequenza dell'accampamento della foresta, un raccordo-spiegone ingiustificatamente piatto e noioso: e proprio qui, un ritorno epocale come quello di Marion Ravenwood andava enfatizzato. Poi, la pellicola riparte verso un trionfale climax fantascientifico, passando attraverso una ventina di minuti di azione non-stop, tipica della formula di Indiana Jones.
Ma qual è il vero difetto di questo nuovo capitolo della saga?
Il look è troppo nuovo, troppo "vero".
Molto del fascino della Trilogia stava in un'atmosfera quasi fumettistica, da serial d'avventura anni 40, un senso dello straordinario che trasudava, oltre che da personaggi e plot, da un uso degli effetti speciali sì cospicuo, ma "irrealistico" al punto giusto. Qui, è tutto troppo realistico, troppo perfettino, spesso freddo. Lucas, nella sua pur giustificata corsa alla digitalizzazione del cosmo, ha forse perso di vista quello che rendeva magico l'Indiana Jones-style.
Non che questo Regno del Teschio di Cristallo non emozioni: Indiana e compagnia ci sono e sono gli stessi, con qualche ruga in più, l'atmosfera che si respira è la medesima, la formula tiene e funziona, ma... c'è un grosso "ma".
Però, Indy è tornato. Solo, vedete di non toccare niente.

Nota a margine: l'adattamento italiano ha sacrificato due delle migliori battute del film. Per cui, andate a ritrovarvi il trailer originale americano.

mercoledì 14 maggio 2008

domenica 11 maggio 2008

Giorgio

Io uccido...
Niente di vero tranne gli occhi...
Fuori da un evidente destino...
Pochi inutili nascondigli...

Giorgio,
ma va a cagheeeeeer

Pane e nutella

La nutella è dolce.
Il pane è leggermente salato.

Mistero.

mercoledì 7 maggio 2008

Paolo vi consiglia la Musica /4

stavolta, un disco solo...

Max Gazzè - Tra l'aratro e la radio
Allora, è un disco che va ascoltato almeno tre volte.
La prima per la musica.
La seconda per i testi.
La terza, avrete il disco nella sua interezza.
Un po' come il primo singolo (concetto che DETESTO, dannato mercato discografico), Il Solito Sesso, la parentesi più "pop" del disco, nella tradizione dei singoli dell'artista, che tendono a essere sempre più "accessibili" rispetto al resto del disco.
Il Max Gazosa, reduce dall'esperienza semi-acustica dell'album precedente, torna in pista con un album più ricco per arrangiamenti, ma improntato su una componente rock più marcata rispetto al passato, con testi piuttosto ermetici, orientati verso la sperimentazione e la riflessione (entrano sottopelle dopo numerosi e attenti ascolti).
Indi, se cercate qualcosa di diverso, ma non troppo diverso (il Max si muove sempre in bilico), beh, accattateville.


particolarmente consigliate: L'evo dopo il medio, Il solito sesso, Siamo come siamo, Mostri, Tornerai qui