Il rivolgimento di fronte dell'Universo.
Il volto delle cose che verranno.
Il volto delle cose che verranno.
Cara ********,
non credo di sapere quello che sto facendo, ma lo faccio soprattutto perchè ho voglia di scrivere il tuo nome, e il tuo nome, anche se ho il raffreddore, mi ricorda il tuo profumo. Bella frase, eh? Peccato non averla detta prima.
A questo punto mi viene in mente: "ehi, basta, puoi finirla qui", ma qualcosa dietro al cuore mi dice "vai avanti", e qualcos'altro sotto (al cuore, s'intende) ripete la stessa cosa, anche se a questo punto brancolo nel buio.
Ho appena finito di fissare il foglio; per tre o quattro minuti non ho fatto altro. Credo che questo sia una specie di sfogo, perchè di solito quando la pentola a pressione che ho al posto del cuore è in procinto di esplodere, trovo sempre qualcosa che apre la valvola di sfogo. Ma adesso non ho proprio niente che la sostituisca, e mi devo arrangiare.
Perchè... sai, essenzialmente uno scrive roba tipo "ti amo", no?... ma sarebbe perfettamente inutile, visto che a) lo sai; b) non mi ricambierai mai; c) non lo so. E allora cosa faccio, scrivo un po' di minchiate? Sì. Visto che non so fare nè dire altro, scrivo minchiate. Alla fine, se mi metto a scrivere frasi poetiche con molto pathos e molto phigos (nel senso dei fighi - poi il greco lo sai meglio di me), finisce male per entrambi. Io mi ci troverei a scriverle, ma tu non ti ci troveresti a sentirtele dire - poi finisce che quando faccio delle cose belle per te (vedi Natale), il solo compenso è un 'grazie' al cellulare... non che pretenda molto, ma venderei i miei genitori per un 'grazie' in viva voce, in vivo corpo, e - soprattutto - in viva genuinità. Però chi si accontenta gode, anche se sono tre anni che non godo. Va beh, mi esalto a volte, ma passo tre quarti del tempo a spezzettare la mia autostima e a rimontarla. Una volta è venuto fuori un coniglio.
A questo punto dico "va beh, potresti finirla qui", ma, seppur più soddisfatte, le parti del corpo di cui sopra desiderano ancora sfogo.
L'idea era quella di scriverti minchiate, e ci sto riuscendo molto bene. Poi un giorno mi farai sapere... o se non a me direttamente, a qualcun'altro, tanto poi lo sai che me lo dicono lo stesso. Non capisco: non fai prima a dirmele prima di persona, anche quelle che non mi vuoi dire nè di persona nè niente? Si risparmia tempo, e stiamo meglio entrambi. Va beh, ho capito, sono uno stoccafisso surgelato. Ma il ghiaccio comincia a sciogliersi. E c'è un mare in cui tornare a nuotare. E fare fish, fish, fish. Poi arriva il gabbiano e mi porta via.
Ok, mi sembra di aver scritto una buona quantità di cazzate. Tu che ne dici? Ne vuoi un altro po'? Io ci sono, tu chiedi, e io faccio ancora un po' il pirla, tanto sai, mi viene bene, soprattutto il sabato sera.
Cordialmente,
Paolo.E ora, let the sfutt begin.