buzzoole code A Paul's Life: We saw action! We saw people!

martedì 19 giugno 2007

We saw action! We saw people!

Notte rock per gli irriducibili di Verona, notte di fottutissimo e bagnatissimo rock'n'roll. Puro. Elettricità nelle vene, nelle note, nelle vibrazioni di un'Arena che sembrava costruita apposta per tremare all'urlo finale di Won't Get Fooled Again. Lunedì 11 Giugno 2007 sarà marchiato nella mia vita come il giorno in cui ho visto negli occhi il Rock e lui mi ha fatto l'occhiolino.
Per tutta l'esistenza aspiri alla voce di un Roger Daltrey, non aspettandoti granchè vista l'età e i troppi sgoloni spaccamontagne con cui ha (più efficacemente, vista l'età e l'inevitabile usura) eccitato altri pubblici prima del nostro, per ogni secondo scalpiti per un Pete Townshend che spacchi l'aria calando inesorabile il plettro su una sei corde che è da sempre la sua estensione nell'eternità. Per tutta la vita, e purtroppo mai più, desideri di assistere alla devastante carica ritmica di un Keith Moon o ad adorare la chirurgica abilità e i sinuosi movimenti delle dita dell'impassibile John Entwistle.
Per tutta la vita, e poi gli imprevisti rendono il pasto ancora più appetibile.
Attraverso ore di pioggia a cascata, keeway a effetto condensa, voci spezzate dall'umidità (Roger, we forgive you -- anche se "he doesn't need to be forgiven" [cit.]) [presto narrate nelle Cronache dell'amico e compagno d'avventura Fabio Graziano -- ossequi alla consorte, ovviamente], la leggenda è risorta, gli Dei sono tornati all'Olimpo e, zoppicando, hanno aperto il culo a tutti.
A raffica, in un crescendo di acqua, fulmini, elettricità bioatmosferica e pura gioia di esistere si sono susseguite I Can't Explain, The Seeker, Substitute, Fragments, Who Are You, un'ora di pausa causa apocalisse, mezza Behind Blue Eyes prima che la voce di Roger Daltrey andasse a fare un giretto per Verona, e poi un devastante Pete Townshend-driven show a base di chitarre orgasmiche e di Let's See Action!, Eminence Front, Relay, Magic Bus, Baba O'Riley, The Real Me, Pinball Wizard, The Kids Are Alright, My Generation e Won't Get Fooled Again.
Ok, dopo il momento di panico generale della (seconda) momentanea sospensione del concerto, Roger non c'era più, era un Tom Waits che faceva i suoi ingressi il meglio possibile, come sempre, ma non era più lui. È stato Pete, appunto, a mandare avanti lo spettacolo, a dimostrarci come quel rock Elettrico, Adrenalinico, talmente Luminoso e Sublime che quando lo ascolti rende inutile ogni altra nota sentita in precedenza, stia in quell'incredibile chitarra monolitica e inattaccabile, in quella batteria e in quel basso profondo e asciutto la cui potenza echeggia anche oltre le mura della morte, in quella voce ora cavernosa ma fino a poco prima grandiosa e viva.
Questo val bene un'ora in piedi con la certezza dell'osteoporosi, val bene la caduta momentanea di un mito e la sua seconda ascesa seguente, val bene perdere quasi del tutto la voce perchè, pur di dare sostegno a quegli Dei, si canta ogni lettera, si urla ogni grido, ma soprattutto ci si unisce a quell'orgia collettiva, a quel rito estatico che è il grido finale di Won't Get Fooled Again. Uno dei momenti più alti per la vita di ogni persona, se si riesce a farne parte.
Val bene anche qualche lacrimuccia nell'epilogo, quando gli Dei si stringono in un'abbraccio da post-Odissea, e quando Roger, salutando un pubblico devastato ma ancora rapito, promette commosso un ritorno (with vengeance, speriamo).
Ma già così, beh... ho ancora fame di Rock.

(lower image courtesy of Fabio Graziano, the higher one... i just don't know)

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