Per Batman, sono tempi duri: dapprima si trova a liberare il rampollo di una famiglia di industriali dalle grinfie di Killer Croc, poi a vedersi tranciare da un misterioso essere la batfune, ad andare quasi alla soglia del coma per lo schianto, per finire poi ad innamorarsi di Catwoman, ormai riconvertita al bene. E questo è solo l'inizio di una vicenda complicatissima, in cui interverranno vecchi nemici, come Poison Ivy, l'Enigmista, il Joker, Ra's Al Ghul presunti amici e vecchi compagni, come Jim Gordon e Superman.
La vicenda è troppo complessa per potervela riassumere in questo poco spazio, ma devo ammettere che da lettore praticamente vergine di Batman, questa storia mi ha molto appassionato, avvicinandomi in un modo che non avrei nemmeno mai concepito al supereroe più dark dei comics: Hush è una storia molto ben congeniata, ricca d'introspezione e d'azione, con un intreccio che non si lascia scartare neanche dal lettore più smaliziato; disegnata in modo eccezionale dal mitico Jim Lee, che regala dinamicità e anatomie sublimi (soprattutto per le rappresentanti del Gentil Sesso), ma anche toccanti flashback acquarellati che dimostrano una maestranza veramente inaspettata.
Hush è sì un giallo d'azione di prima categoria, una storia perfettamente costruita, anche emotivamente (con un Batman mai tanto - credo - coinvolto emotivamente nella tragedia che sta vivendo), ma, purtroppo per Loeb, collaboratore anche per la famosissima e brillante serie televisiva Smallville, nonchè mente dietro a due grandi miniserie quali SpiderMan: Blue e Devil: Yellow, manca di un finale all'altezza della storia, un finale forse troppo affrettato e improvvisato per permettere a Batman e soci di tornare a uno status quo che la serie, forse, non avrebbe meritato: già la sola relazione Catwoman - Batman avrebbe meritato una durata più estesa, ma... chissà, forse per un'altra volta. Ci consola solo il fatto di aver letto una gran, bella storia.
Le recensioni fumettistiche continuano domani, con la recensione del Trade Paperback #24 di Superman. Per oggi, a domani.
Ciao.
Paolo.
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