buzzoole code A Paul's Life: V for Vendetta

domenica 19 marzo 2006

V for Vendetta

I fratelli Wachowski (o fratello e "neo"-sorella?) sono resuscitati. Dopo la sbandata di Matrix 2 e 3, e forse grazie all'essersi evitati il gravoso compito della regia, i Wachos tornano in carreggiata, anzi, in corsia preferenziale con "V per Vendetta", film da loro sceneggiato e diretto dal protegè Jason McTeague, già aiuto regista negli ultimi due episodi della saga di Neo.
Ebbene, sono entrato al cinema con un po' di pregiudizi: uno positivo, due negativi. Da fan di fumetti sin dalla tenera età, e da fan della penultima ora di Alan Moore, probabilmente il più grande scrittore di fumetti vivente, mi aspettavo un film con una grande storia. Davvero, ho letto il fumetto pochi mesi or sono, ed è davvero qualcosa di inaspettato, di grandissimo, di spiazzante, talmente e cinicamente vicino non solo al vero (specie grazie a personaggi che bucano davvero la pagina), ma alla possibile, alla probabile, all'imminente (?) realtà. Proprio "a causa" della grandeur della graphic novel originale, mi aspettavo di essere tradito da un adattamento riduttivo e sempliciotto, basato tutto sulla carica cool di un personaggio dannatamente figo come quello di V. Basti vedere l'esempio precedente di "estrapolazione" di Moore: il pessimo La Lega degli Uomini Straordinari, di cui non ho ancora letto il fumetto originale, ma di cui ho percepito fin dal primo fotogramma la lontananza dall'originale. Più che percepito, l'ho disperatamente sperato. E finchè non mi toglierò anche questo sassolino, sarò sicuro che sia così. Il fatto è che proprio la mediocrità di quest'ultimo film ha decretato il disinteressamento da parte di Moore verso ogni adattamento cinematografico: "se fa schifo, la colpa è vostra; se è un capolavoro, la colpa è vostra."
Il secondo pregiudizio riguardava soprattutto i Wachos: dopo due prove così mediocri, avrebbero reso merito a un masterpiece del genere?
Con mia stessa sorpresa, la risposta è stata sì. Un sì ampio, convinto e sorridente.
V for Vendetta è una storia che probabilmente va ogni medium in cui sia stata incarnata. Probabilmente, è il Farhenheit 451 o 1984 di fine XX/inizio XXI secolo, ma con una carica emotiva e (politicamente/socialmente) destabilizzante 1000 volte più potente. Merito di un Moore che ha saputo tradurre in fumetto un futuro tridimensionale su un supporto bidimensionale (e bicolore, almeno per l'edizione originale) come il fumetto, ma merito anche della squadra Wachowski/McTeague che ha saputo sapientemente tradurre qualcosa di tanto grande e tanto profondo, non solo in un film convincente, ma probabilmente neanche solo un film e neanche solo convincente. V è un simbolo immortale. Grazie al film, grazie a questa uncompromising vision of the future, lo sarà ancora di più, e per molte più persone, a questo punto.
I discorsi politici-ideologici li lascio alla vostra sensibilità di spettatori, ma, soprattutto, di uomini e donne che vivono in un mondo PERICOLOSAMENTE vicino a quello descritto dal film (e a questo riguardo vi rimando ai deliri mentali di una pazza: qui). Li lascio a voi, perchè ve lo meritate. Se davvero ci vedete quello che c'ho visto io, ve lo meritate.
Piccoli appunti: fotografia stupenda, non c'è che dire, forse un minimo troppo patinata in alcune parti; interpretazioni davvero convincentissime, specie V (Hugo Weaving, l'ex Agente Smith dei Matrix -- personaggio che curiosamente si riaffaccia in alcuni dei dialoghi tortuosi e stranamente affascinanti di V), ma notevoli anche Natalie Portman, nel ruolo di Evey (con quel visino può fare qualsiasi cosa...), Stephen Rea (Finch), e un John Hurt (Sutler, l'Alto Cancelliere) davvero potentissimo (aspetto con ansia di vedere l'originale per godermelo in pieno); buona la colonna sonora dell'italianissimo Marianelli, recentemente nominato anche all'oscar per Orgoglio e Pregiudizio, soprattutto con quel tema stupendo che ha sottolineato l'ultimo incontro tra Evey e V. Scelta davvero azzeccata quella dello humor nero/sarcasmo che ha attraversato molte scene del film (che, sebbene in parte già presente nel fumetto, i Wachos hanno sottolineato con i loro dialoghi magnificamente prolissi) e che ha reso il tutto davvero molto più inquietante, "vicino" e crudele.
Davvero un film di una potenza strabiliante. Davvero un fumetto di una potenza strabiliante.
E guardatelo, il vostro io sociale-politico-umano non chiede nient'altro.

Freak Out,
Paolus!



2 commenti:

  1. eh bravo il paolone!
    continua a rubarmi il lavoro mi raccomando,quando cadrò in una buia crisi depressiva saranno solo fatti tuoi!!
    scherzo...
    io pero' ti quoto come regista o come sceneggiatore...anche di fama internazionale! ciaooo

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  2. Bravo Paolo, il tuo blog rulla!

    Saluuuuuuuto!!!!

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