Nel giro di poche ore, Arthur Dent, il nostro nevrotico e nevralgico protagonista, si vede privato dell'abitazione e del mondo natale, la Terra per l'appunto. In entrambi i casi, a causa della costruzione di un autostrada. Beh, ovvio, una delle due è interstellare. Comunque, grazie all'aiuto dell'amico Ford Perfect, alieno in trasferta forzata sul nostro pianeta, Arthur riesce a lasciare il nostro caro vecchio pianeta proprio mentre viene polverizzato dagli appaltatori della costruzione dell'autostrada, gli antipatici e sgradevoli vogon.
In queste otto righe è riassunto sì l'incipit del romanzo, ma anche l'evento più razionale dell'intera saga. Il resto, è un delirio che corre sul binario del surreale, dello stravolgimento di ogni logica fisica e probabilistica, un divertimento che sopravvive perfino alla fine dell'Universo.
Vi parlo di Guida galattica per gli autostoppisti, e seguiti, ovvero: Ristorante al termine dell'Universo; La vita, l'Universo e tutto quanto; Addio e grazie per tutto il pesce e Praticamente innocuo.
Di fatto, è difficile scrivere una semplice recensione di questa famosa trilogia di cinque libri. È già di per sè impossibile riassumerli, considerando che un sunto sicuramente non renderebbe giustizia a un ciclo che trae molta della sua genialità dall'improbabilità delle miriadi di cose che accadono, dallo stile, che definirei "cinico-buono" (etichetta questa estremamente riduttiva, lo riconosco), dalle spassossime digressioni che ne costellano le pagine e dai dialoghi stravaganti messi in bocca a quasi tutti i personaggi.
L'ho definito ciclo, ed è sicuramente il termine più adatto: questi cinque libri sono legati, ma fino a un certo punto. Si potrebbe chiudere un percorso alla fine del terzo romanzo, con i tre libri più brillanti della saga, ma ciascuno di essi riesce a essere moderatamente indipendente. Inoltre, gli ultimi due, i meno riusciti, si affermano con maggiore autonomia, ma dipendono necessariamente dalle vicende narrate nei libri precedenti. Ok, fine delle menate tecniche, dai.
Quindi, siete avvertiti: si comincia dall'inizio, e si consiglia caldamente di consumare il pacchetto nel più breve tempo possibile. E di rileggerli, sti benedettissimi libri. E ogni tanto di chiuderli e fermarsi un paio di minuti a rotolarsi per terra dal ridere.
Oh, a me è successo.
Quindi, se non posso farne una recensione vera e propria, ne faccio un'apologia? No. Perchè, come accennato, Addio e grazie per tutto il pesce e Praticamente innocuo non me lo consentono, mannaggia a loro. Addio è senz'altro una stupenda storia d'amore, ma non ha la verve iperspaziale dei capitoli precedenti. Praticamente innocuo è abbastanza deludente: fa poco ridere, è un po' incasinato, e il finale, benchè faccia sorridere, sembra piuttosto affrettato. Maledizione, Douglas, capisco gli editori alle calcagna, ma porca zozza...
Nonostante l'esplosivo finale e le risate che vi consumeranno l'intestino, chiudendo l'ultimo di questi grandiosi romanzi viene un attimino di saudade, perchè vieni a sapere che il geniale, benchè poco prolifico Douglas Adams è morto nel 2001, a soli 49 anni. L'ultima opera è la trasposizione cinematografica della Guida, che ora mi appresto a vedere, aspettando che, come il saggio Zarquon, anche lui, prima o poi, torni dal posto in cui è andato a cacciarsi.
Fino ad allora, non fatevi prendere dal panico.
In queste otto righe è riassunto sì l'incipit del romanzo, ma anche l'evento più razionale dell'intera saga. Il resto, è un delirio che corre sul binario del surreale, dello stravolgimento di ogni logica fisica e probabilistica, un divertimento che sopravvive perfino alla fine dell'Universo.
Vi parlo di Guida galattica per gli autostoppisti, e seguiti, ovvero: Ristorante al termine dell'Universo; La vita, l'Universo e tutto quanto; Addio e grazie per tutto il pesce e Praticamente innocuo.
Di fatto, è difficile scrivere una semplice recensione di questa famosa trilogia di cinque libri. È già di per sè impossibile riassumerli, considerando che un sunto sicuramente non renderebbe giustizia a un ciclo che trae molta della sua genialità dall'improbabilità delle miriadi di cose che accadono, dallo stile, che definirei "cinico-buono" (etichetta questa estremamente riduttiva, lo riconosco), dalle spassossime digressioni che ne costellano le pagine e dai dialoghi stravaganti messi in bocca a quasi tutti i personaggi.
L'ho definito ciclo, ed è sicuramente il termine più adatto: questi cinque libri sono legati, ma fino a un certo punto. Si potrebbe chiudere un percorso alla fine del terzo romanzo, con i tre libri più brillanti della saga, ma ciascuno di essi riesce a essere moderatamente indipendente. Inoltre, gli ultimi due, i meno riusciti, si affermano con maggiore autonomia, ma dipendono necessariamente dalle vicende narrate nei libri precedenti. Ok, fine delle menate tecniche, dai.
Quindi, siete avvertiti: si comincia dall'inizio, e si consiglia caldamente di consumare il pacchetto nel più breve tempo possibile. E di rileggerli, sti benedettissimi libri. E ogni tanto di chiuderli e fermarsi un paio di minuti a rotolarsi per terra dal ridere.
Oh, a me è successo.
Quindi, se non posso farne una recensione vera e propria, ne faccio un'apologia? No. Perchè, come accennato, Addio e grazie per tutto il pesce e Praticamente innocuo non me lo consentono, mannaggia a loro. Addio è senz'altro una stupenda storia d'amore, ma non ha la verve iperspaziale dei capitoli precedenti. Praticamente innocuo è abbastanza deludente: fa poco ridere, è un po' incasinato, e il finale, benchè faccia sorridere, sembra piuttosto affrettato. Maledizione, Douglas, capisco gli editori alle calcagna, ma porca zozza...
Nonostante l'esplosivo finale e le risate che vi consumeranno l'intestino, chiudendo l'ultimo di questi grandiosi romanzi viene un attimino di saudade, perchè vieni a sapere che il geniale, benchè poco prolifico Douglas Adams è morto nel 2001, a soli 49 anni. L'ultima opera è la trasposizione cinematografica della Guida, che ora mi appresto a vedere, aspettando che, come il saggio Zarquon, anche lui, prima o poi, torni dal posto in cui è andato a cacciarsi.
Fino ad allora, non fatevi prendere dal panico.
Caro Paolo, ho terminato la lettura di questa saga da te consigliatami proprio ier sera.
RispondiEliminaDevo dire che, risate a parte, "Guida galattica per autostoppisti" è un capolavoro! Una lettura leggera, divertente e capace di proiettarti in un mondo assurdamente bello. Peccato però che questo stile si è andato perdendo nel corso degli altri romanzi, ad iniziare, a mio parere, da "La vita l’universo e tutto quanto". Peccato, perché mi stava proprio prendendo bene! Come dici te, gli ultimi due capitoli della saga sono un po’ più pesantini: A) perché diminuiscono fortemente le trovate divertenti (sorridi certo, ma non è che ti pieghi in due…) B) perché diminuisce di brutto, o meglio a me a fatto questo effetto non so a te, la componente assurdo-spazziale (soprattutto in "Addio e grazie per tutto il pesce") che mi piaceva un carinissimo!
Sono comunque davvero contento di aver intrapreso questo folle viaggio insieme ad Arthur e Ford!!!