Michele Serra, chi di voi lo conosce lo sa, è uno di quelli che noi ggiovani sinistrorsi definiremmo "grandi". Sì, uno con una mente acuta, un'ironia "pungente"... si direbbe, ma io parlerei più di "stoccante", per usare il gergo della scherma... uno che sa osservare e descrivere lucidamente quel che gli gira attorno.
Eccolo, questo Breviario Comico raccoglie gli ultimi sei anni di interventi del Grande per L'Espresso. Interventi che sono giustapposizioni, gallerie e montaggi grotteschi di personaggi, situazioni e proposte tra il satirico e il surreale, una comicità risfoderata da Serra, un po' lasciata in disparte dopo la fine di quell'esilarante esperienza che era stata Cuore (a proposito, dovrò accaparrarmi anche Quando c'era Cuore), per rifare i connotati a questi ultimi anni di Italia BerlusconianProdianBerlusconiana, forse i più cupi e soffocanti da un bel po'.
Un libro, si dirà, per ridere riflettendo, ma io direi un libro per ridere e poi riflettere, e riflettere per scorgere sotto quella risata un'indignazione così profonda che sarebbe tanto stupido sfogare in un grido. Sì, un grido cadrebbe nel vuoto. La risata fa più male.
Unici difetti: dopo gli attacchi di ridolite acuta delle prime pagine, ci si abitua un po' alla formula e si ride meno. Per cui, somministrazione per gocce.
Altra cosa: purtroppo, questo umorismo sta diventando autoreferenziale. Certe cose, di questi tempi in cui, per dirla alla Moretti (un altro Grandissimo), ci è stata cambiata la testa, non funzionano più di tanto, attaccano poco. Certo, il pubblico di sinistra medio, informato magari, apprezzerà questo libro, riderà, rifletterà. Ma gli altri?
Ah questo è quello che ti leggevi al mare? Mi incuriosisce...
RispondiEliminabravo, la curiosità nobilità l'uomò.
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