buzzoole code A Paul's Life: London Calling, Paolo Answering... Day 1

domenica 2 settembre 2007

London Calling, Paolo Answering... Day 1

The following takes place between 6.30 AM and 11.15 PM
of Sunday 26th August, 2007


6.30 am: Così ha inizio: Babbo Lamesta and the D'Alessandros, portandosi l'intiero carrozzone mediatico dell'occasione, decidono per la reunion. In una sorta di completamento karmico di quanto avete precedemente letto su Seguendo la massa a massa, le due allegre famiglie vanno a incontrarsi per salutare la rispettiva progenie in partenza per la Capitale Mondiale della Caccia alla Lontra, LONDRA, appunto.
Ma la band è ben presto costretta a un secondo scioglimento, ghezzo: è in arrivo il SempreAtleticoBabboGanini, che, munito di cromato autocarro, trasporterà i tre giovini Paolo, ovvero il Sottoscritto, Max, ovvero Lamerda, e Ultron, ovvero Eleonora all'Aeroporto di Orio al Serio. Ghezzo.

9.55 am: L'aereo si prepara a raggiungere la pista di decollo. Io mi sono impiastrato sulla poltrona dalla fregna. Mi passano davanti agli occhi le ultime tre ore, nelle quali, dopo un tranquillo check-in, la troppa disinvoltura del trio si era trasformata in umiliazione. Crudeli altoparlanti a urlare "ULTIMA CHIAMATA D'IMBARCO PER D'ALESSANDRO, LAMESTA E GANINI", i nostri nomi a echeggiare per tutto il terminale. Eh sì, eravamo in ritardo senza saperlo... maledetto Nintendo DS,
maledetto sudoku di sta cippa di cazzo.

9.56 am: CHE STORIAAAAAAA!

10.59 am:
Fine dell'odissea aeroportuale. Dopo un volo misteriosamente costellato di "MIND THE ?" (dove ?= sintagma biascicato) e di visite della sempre piacevolmente sfuggente Natalia, hostess un po' goffa ma comunque figa, i nostri ultimi momenti nell'aeroporto di Luton sono dedicati all'inseguimento dei tre nostri epigoni pakistani, i CONTURBANTI ARANCIONI (visto che andavano in giro "con turbanti arancioni"), che ci fanno da Faro d'Alessandria (arancione) verso l'Uscita.

11.31 am: Sul pullman verso la Victoria Station, appare ormai chiaro che Max è impazzito. Il delirio più vergognosamente gratuito di ogni tempo (che avrà un climax quanto mai sanguinoso) comincia nel bel mezzo della cittadina di Luton:
Max: Ehi, ma qui i cimiteri sono tutti uguali!
Ele:
Idiota! È lo stesso di prima!
Tra le altre minchiate a freddo:
- Ele, ma perchè non ti fai suora?
- Ma hanno una forma strana le ragazze londinesi
Eleonora non sembra mostrare alcuna emozione, nessun disprezzo nè pena per quest'uomo. Fredda come il ghiaccio, comincia a simulare dei versacci, quasi a voler ostentare la sua umanità. Appena può si mette a comunicare telepaticamente con il suo Nintendo DS, come se preferisse il contatto del freddo metallo a quello di due idioti in carne, ossa e pelazzi. Chissà perchè...

1.30 pm: Dopo un pranzo a base di ali di pollo piccanti e fagiolini in una salsa aliena, the Brigade si dirige al suo quartier generale londinese, l'Hanover Hotel Victoria. La stanza è un buco di tre metri quadri arredato da Giovanni Senzaterra, con bagno di mezzo centrimetro cubo, asse da stiro, teiera completa di bustine da tè, senza armadio e spazio per respirare.
Ci concediamo un'oretta di svacco durante la quale introduco la giovane Eleonora alla nobile arte delle parolacce in inglese. Tra un cock e un asshole, Max converte il telecomando non funzionante a vibratore.

6.00 pm: Visita al Tate Modern Museum, ma non prima di aver dato inizio alla tecnica della Fotografia Chirurgica, ovvero la nobile arte del fare 4 foto a ogni centimetro di terreno guadagnato. Se Eleonora riesce a produrre immagini anche piacevoli, Max dà sfoggio della sua creatività con composizioni azzardate o inesistenti, all'insegna del dog's dick, come lo chiamano i gentlemen inglesi.
Intanto, la torre del Tate svetta quasi fallica sul lato opposto di uno skyline dominato dalle gru. Gru ovunque, gru enormi, gru sempre in movimento. Stanno smontando Londra pezzo pezzo, la portano a Pechino. Qui resteranno solo i Pakistani.
Dopo aver visto ogni sorta di deliziosa e delirante aberrazione mentale umana, e con un po' di rimorso per non aver visto la parte dedicata a Dalì (a pagamento), usciamo dal museo un po' più contenti. Max solo perchè ha realizzato di essere ancora vivo.

7.30 pm: Indugiamo ancora qualche tempo nei dintorni del Tate. Degusto una bevanda di dubbie origini, la Dr. Pepper, che fa di un cagare inimmaginabile, e compongo haiku del tipo:
Tamigi, Tamigi,
quand'ero piccolo,
c'andavo in bigi.
Paura, atroci dubbi e grattacapi per le Scarpe Abbandonate che si muovono misteriosamente nei dintorni del Museo, poi via sul lungo-Tamigi, alla ricerca di un locale per cenare. Sullo sfondo, la London Eye, una ruota panoramica di dimensioni apocalittiche che domina la città. Calma Max che c'arriviamo, piano...
Alle prese con la sua scheda internazionale, Max riduce all'inabilità ogni cabina telefonica sul suo cammino, poi decide di lasciar perde. Il nostro Big Boy comincia poi a fotografare a ritmo devastante: si contano 50 foto al cinema IMAX, 75 al Big Ben e 86 alla London Eye.

7.31 pm: "Ele, dov'è Max...?"

8.35 pm: Un'ora. Un'ora di fottutissima attesa. Un'ora di cuore in gola. Bastardo. Il giovane, in preda a una fobia fotografara, si era lanciato dall'altro lato del Waterloo Bridge per fare una foto del FOTTUTO Big Ben dietro alla FOTTUTISSIMA ruota panoramica. A nulla è servito il nostro tentativo di notificare al gentiluomo il fatto che lo avremmo raggiunto attraversando il sottopassaggio. Max non ha atteso, è andato oltre, sempre più in là. Un uomo normale si sarebbe fermato ad aspettare gli amici, Max no: acquisito l'obiettivo, si procede fino alla distruzione. E l'obiettivo era la London Eye.
Alla fine, io ed Eleonora decidiamo di provare a guardare proprio alla London Eye. Per niente. Ritorniamo sui nostri passi, ed eccolo lì, sul Ponte, candido come un bebè.
Rissa verbale in mezzo alla strada, poi dritti alla ruota panoramica.

8.35 pm (alternate version):
D
opo essermi staccato dal gruppo ed aver attraversato la strada per fotografare la London Eye, vedo Paolo dall’altra parte della strada che mi fa dei gesti con le braccia: intenderà che ci troviamo in fondo alla strada…
Arrivato alla fine della via non vedo nessuno, allora inizio a percorrere la strada al contrario dalla parte opposta (quella dov’erano Paolo e la Ele). Noto che c’è un sottopassaggio e penso: saranno passati di qua! Percorro il vicolo oscuro ma non trovo nessuno. torno in superficie e non vedo ancora facce conosciute.
Dopo qualche minuto di esitazione e un freddo che mi ha percorso il corpo, con un respiro profondo e la cartina di Londra alla mano mi sono messo in viaggio! La prima tappa è stata la London Eye, anche perché era quella l’attrazione che dovevamo andare a vedere insieme. Ho pensato: magari si sono diretti là!
Dopo essere arrivato, ho incontrato due giapponesine fighe da dio che mi hanno chiesto di fare loro una foto! Potevo rifiutare? Dopo esserci convinti da ambedue le parti (italiana e giapponese) che la foto andava bene, mi sono rimesso in cammino.
Oramai le speranze di ritrovare i miei compagni d’avventura mi stavano abbandonando, cosìcche mi sono diretto alla stazione di Waterloo, dove sono andato a mangiare da Burger King, in quanto la lucidità stava dando sintomi di stanchezza.

A pancia piena inizio a dirigermi al luogo dove mi ero perso: qua incontro delle Baby Gang con delle facce per nulla carine. Dopo aver fatto ancora qualche foto e tornato al punto di partenza, ritrovo i miei compagni per nulla rilassati.

Ecc…

(© 2007 by Max. Virgole e formattazione di Paolo, che non si assume nessuna responsabilità per la mancanza di senso di alcune frasi)

11.15 pm: L'astio tra me e Max si stempera in risate sguaiate a bordo della London Eye. Londra, la città famosa per essere a Londra, ci si mostra in tutto il suo splendore notturno, e noi la dominiamo dall'alto.
Cena alla stazione di Waterloo, famosa per essere pronunciata uaterlù, poi viaggio allucinante sulla Linea Grigia della metro, la Jubilee, una delle cose più incredibilmente futuristiche che abbia mai visto.
Giunti in albergo e abbracciati i cuscini, Max rivela al mondo il motivo della sua tanto decantata idiozia: ha circa quattrocento sintomi di morte imminente. Durante la notte si tachipirinizzerà, ma nel frattempo lo aiuto a non far prendere sonno a nessuno, bombardandoci a vicenda di minchiate, ma non prima che Eleonora sia prorotta in una sonora pisciata della durata di 8 minuti (con il coraggio di dar la colpa al lavandino, poi...). Ci si addormenta, ovviamente, su un do minore di peto prodotto dal sempre prestante Max...











8 commenti:

  1. Lol, l'hai fatto proprio divertente.. brau! ^^

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  2. Tamigi, Tamigi,
    quand'ero piccolo,
    c'andavo in bigi.

    questo non è un haiku, pirla.
    Non è che basta scrivere tre versi a caso per farne uno, pirla.

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  3. però consolati, basta scrivere tre versi a caso per fare un pirla.

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  4. certo che sei proprio stronzo, henry...

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  5. Non avevo capito la storia delle scarpe che si spostano da sole... per fortuna ieri la ele mi ha spiegato tutto!!! :D

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  6. Non ho parole!!! Paolo che si perde già al primo giorno?! E’ un fenomeno!!!
    Comunque complimentosi al Paolo nazionale e al suo dono della sintesi… Figa riesci sempre a farmela pelare!!!

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