The following takes place between 8.00 AM and 11.59 PM
of Saturday 1st September, 2007
(sì, finalmente ce l'abbiamo fatta... questo è l'ultimo)
of Saturday 1st September, 2007
(sì, finalmente ce l'abbiamo fatta... questo è l'ultimo)
9.40 am: Liberiamo la camera e lasciamo le valigie in albergo: direzione King's Cross, l'ormai leggendaria stazione da cui parte il treno per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts (forse solo nell'universo di carta di Harry Potter, forse anche nella realtà, stando a quanto mi dicono alcune mie lettrici...).
La stazione è di uno squallore allucinante: la magia del grande schermo tende davvero a indorare ogni sorta di realtà umana empirica, e la tristezza del luogo ne è conferma. Ci avventuriamo verso il binario 9 e 3/4: da buon condottiero, conduco i miei prodi... dalla parte sbagliata. Infatti, vedendo il cartello "Ticket Platforms 8-10", decuco che andando in quella direzione non avrei trovato altro che biglietterie, e faccio avanzare la brigata qualche metro oltre, dove, sopra un piccolo tunnel, campeggia la scritta "Platforms 8-10".
Sbuchiamo dall'altra parte. Niente. Percorriamo il binario ma vieniamo inquadrati da un controllore di colore alto quindici metri. Non possiamo scappare.
"Where do you come from?"
Panico.
"Where do you come from?"
"From Italy", dice Max.
"Where do you come from?"
"Di là", risponde ancora Max. Eh sì, avrà proprio capito.
"Where do you come from?"
"We got lost", rispondo io (Ci siamo persi).
"Where do you come from?"
"From the Underground", rispondo.
"Where do you come from"
"From down there", e stavolta indico il tunnel da cui siamo sbucati.
Il nigger spazientito oblitera le nostre Oyster card e ci fa passare. Poco oltre, un muretto in polistirolo con un carrello per bagagli conficcato dentro simula l'esistenza di un binario 9 e 3/4.
E così che muoiono i sogni.
12.30 am: Esauriamo il contenuto delle nostre Oyster (inconsapevolmente) facendo un giro nel quartiere di Pimlico. Dove non c'è un cazzo.
Torniamo alla Victoria Station, e Max, dopo giorni di assillanti richieste, ottiene il suo ennesimo panino-bomba-atomica da Subway. Io non avevo fame.
L'intenzione originale era quella di cazzeggiare fino alle 3 del pomeriggio, ma vista la noia alleggiante, prendiamo il primo pullman e via verso l'aeroporto.
6.00 pm: Consumato un pasto pomeridiano, ci annoiamo allegramente in quel dell'aeroporto di Luton. Che è di un figo assassino. Max finisce Super Mario, la Ele si isola dal mondo con Neroduro.
Ore 18, check-in: se il peso eccessivo (che qui, al contrario di Orio al Serio, viene sanzionato) della mia valigia da mandare in stiva è ancora risolvibile (mi metto le chilate di fumetti che ho comprato nel bagaglio a mano), Max, che sarebbe costretto a infilarsi le mutande in testa, è invece costretto a pagare ben 22 sterline di penale.
7.30 pm: Dopo una sensualissima perquisizione, entriamo nella zona partenze vera e propria, un paradiso commerciale provvisto di ogni cosa, ma a prezzi esagerati. Mi bevo un ultimo tè da Starbucks, poi porto la brigata davanti al gate, in modo da prevenire le figure di merda dell'altra volta.
La prudenza ci costa un'attesa interminabile in piedi, con l'aereo che parte in ritardo di venti minuti.
11.00 pm: Tramonto sopra nuvole. Poi il mondo diventa una palla scura con venature di luce ambrata, e dall'aereo domino anche i fuochi d'artificio. L'Italia ci si introduce sottoforma di coniglio, un povero coniglio che stava per essere spappolato dall'aereo in transito. Viva i controlli.
11.59 pm: Ritorno a casa di Max. Ghezzo. Troppo stanca per attendere di intrattenersi con chicchessia, la Brigata si disgrega. Tutti a casa, il viaggio è finito.
La stazione è di uno squallore allucinante: la magia del grande schermo tende davvero a indorare ogni sorta di realtà umana empirica, e la tristezza del luogo ne è conferma. Ci avventuriamo verso il binario 9 e 3/4: da buon condottiero, conduco i miei prodi... dalla parte sbagliata. Infatti, vedendo il cartello "Ticket Platforms 8-10", decuco che andando in quella direzione non avrei trovato altro che biglietterie, e faccio avanzare la brigata qualche metro oltre, dove, sopra un piccolo tunnel, campeggia la scritta "Platforms 8-10".
Sbuchiamo dall'altra parte. Niente. Percorriamo il binario ma vieniamo inquadrati da un controllore di colore alto quindici metri. Non possiamo scappare.
"Where do you come from?"
Panico.
"Where do you come from?"
"From Italy", dice Max.
"Where do you come from?"
"Di là", risponde ancora Max. Eh sì, avrà proprio capito.
"Where do you come from?"
"We got lost", rispondo io (Ci siamo persi).
"Where do you come from?"
"From the Underground", rispondo.
"Where do you come from"
"From down there", e stavolta indico il tunnel da cui siamo sbucati.
Il nigger spazientito oblitera le nostre Oyster card e ci fa passare. Poco oltre, un muretto in polistirolo con un carrello per bagagli conficcato dentro simula l'esistenza di un binario 9 e 3/4.
E così che muoiono i sogni.
12.30 am: Esauriamo il contenuto delle nostre Oyster (inconsapevolmente) facendo un giro nel quartiere di Pimlico. Dove non c'è un cazzo.
Torniamo alla Victoria Station, e Max, dopo giorni di assillanti richieste, ottiene il suo ennesimo panino-bomba-atomica da Subway. Io non avevo fame.
L'intenzione originale era quella di cazzeggiare fino alle 3 del pomeriggio, ma vista la noia alleggiante, prendiamo il primo pullman e via verso l'aeroporto.
6.00 pm: Consumato un pasto pomeridiano, ci annoiamo allegramente in quel dell'aeroporto di Luton. Che è di un figo assassino. Max finisce Super Mario, la Ele si isola dal mondo con Neroduro.
Ore 18, check-in: se il peso eccessivo (che qui, al contrario di Orio al Serio, viene sanzionato) della mia valigia da mandare in stiva è ancora risolvibile (mi metto le chilate di fumetti che ho comprato nel bagaglio a mano), Max, che sarebbe costretto a infilarsi le mutande in testa, è invece costretto a pagare ben 22 sterline di penale.
7.30 pm: Dopo una sensualissima perquisizione, entriamo nella zona partenze vera e propria, un paradiso commerciale provvisto di ogni cosa, ma a prezzi esagerati. Mi bevo un ultimo tè da Starbucks, poi porto la brigata davanti al gate, in modo da prevenire le figure di merda dell'altra volta.
La prudenza ci costa un'attesa interminabile in piedi, con l'aereo che parte in ritardo di venti minuti.
11.00 pm: Tramonto sopra nuvole. Poi il mondo diventa una palla scura con venature di luce ambrata, e dall'aereo domino anche i fuochi d'artificio. L'Italia ci si introduce sottoforma di coniglio, un povero coniglio che stava per essere spappolato dall'aereo in transito. Viva i controlli.
11.59 pm: Ritorno a casa di Max. Ghezzo. Troppo stanca per attendere di intrattenersi con chicchessia, la Brigata si disgrega. Tutti a casa, il viaggio è finito.
adesso basta
RispondiEliminafinito
ciao!
P.S. Esiste la scuola di maghi di harry! Ti non sei stato chiamato?!
P.S.2... non ho capito... l'aereo stava investendo un coniglio?
p.s. 1 e 2: sì.
RispondiEliminaFrighissimo...
RispondiEliminafinalmente hai finito!
RispondiEliminachissà se tu fossi stato a londra un mese...